Iva Berasi - articoli, lettere e interviste dalla stampa | |||||
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Trento, 7 gennaio 2008 «Onestà intellettuale avrebbe voluto, vista la rilevanza politica della questione, che l'assessore Dalmaso illustrasse alla giunta il contenuto della delibera». La verde Iva Berasi, assessore provinciale alle pari opportunità non sapeva nulla del fatto che in una delibera presentata il 28 dicembre scorso in giunta provinciale dall'assessore alle politiche sociali si prevedeva, tra le attività degli assistenti sociali nei consultori, anche la possibilità di un «un intervento economico straordinario» a favore delle donne che hanno deciso di abortire per ragioni economiche e che grazie all'intervento pubblico potrebbero cambiare idea. La delibera prevede che dove la richiesta di interruzione di gravidanza si determinata da necessità economiche i servizi sociali territoriali possono concedere un intervento economico alla donna se questa accetta di aderire a un progetto speciale individualizzato. Non si dice nulla sull'entità dell'intervento, né si esplicita se la condizione per avere i soldi sia quella di rinunciare all'aborto, ma la stessa assessore Dalmaso ha dichiarato che questa è la ragione del provvedimento. «Al di là del merito - sostiene Berasi - che potrebbe essere anche condivisibile, trovo che non sia stato corretto fare passare la delibera senza parlarne in giunta. Queste sono delibere corpose che nessuno di noi legge dalla prima all'ultima riga. Spetta all'assessore competente segnalare gli aspetti nuovi e politicamente rilevanti. Mi spiace che non sia stato fatto. Nello specifico poi nei casi di richiesta d'aborto per ragioni economiche, si può condividere l'idea di cercare di risolvere i problema economico, ma in che termini? Si paga un assegno fino alla maggiore età del figlio? E poi intravedo anche il rischio che si inneschi il meccanismo per cui ci sia chi fa domanda di interruzione di gravidanza per poter accedere al contributo. Non so quante siano le donne che decidono di abortire per un problema di soldi, credo che per molte i problemi siano altri e ritengo che non vada intaccata la libertà di scelta della donna garantita dalla legge 194, potenziando invece soprattutto l'informazione, i consultori e l'educazione sessuale anche nelle scuole».
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IVA BERASI |
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